La realizzazione di questo numero è stata particolarmente elaborata, e ha comportato la sua uscita con un leggero ritardo. Si è avuta la concomitanza di alcuni elementi che ci hanno indotto a una profonda riflessione. Da un lato l’invito che abbiamo rivolto ai lettori ad inviarci riflessioni e casi clinici ha avuto un ampio riscontro, e ci siamo trovati dunque ad avere una parte consistente dei lavori non prodotta da qualche membro della redazione; dall’altro ci siamo resi conto che un materiale di questo tipo poteva sì stimolare la riflessione in varie direzioni, ma poteva anche offrire un’immagine di disomogeneità, e questo a scapito di un prodotto che vuole comunque configurarsi con una fisionomia ben delineata nel panorama culturale delle riviste di psicoterapia psicoanalitica e più in generale di psicologia clinica. In altri termini, siamo giunti a ritenere che il taglio della rivista debba rispettare alcuni parametri di riferimento ai quali non possiamo evitare di attenerci, per mantenere un livello qualitativo che la collochi in uno spazio in cui sia valido interlocutore culturale del nostro ambito.
Abbiamo così deciso di operare comunque una selezione che ci permettesse di offrire un prodotto di un certo livello, affiancando ad alcune proposte un commento che sviluppasse queste riflessioni, e ampliando la rubrica “Il contesto socio-culturale” con scritti relativi al pensiero psicoanalitico e psicologico clinico che ricomponessero il lavoro riconducendolo a un’unità. Abbiamo scelto questa via, cercando di rispettare il presupposto che fin dall’inizio ha caratterizzato questa rivista, ossia valorizzare la formulazione di pensieri sulla clinica, incoraggiando anche gli allievi delle scuole di psicoterapia e i neofiti a scrivere, senza per questo rinunciare ad operare una selezione secondo certi principi.
Ne è venuto un numero particolarmente denso, dove abbiamo una sezione clinica meno ampia del consueto, ma dove abbiamo riflessioni su argomenti molto particolari, commenti che rilanciano i discorsi sollecitandone un ampliamento, e la rivisitazione del pensiero dei maestri, in un momento doloroso per il nostro gruppo, dato dalla scomparsa di Gaetano Benedetti, a cui Secondo Giacobbi dedica un breve ma intensissimo ricordo.
Il “work in progress” ci ha portato a questo, e ci auguriamo di continuare ad incontrare i favori di chi ci legge.