Questo numero esce in una nuova veste, e anche tutti i precedenti sono stati modificati. Per ciò che riguarda i casi clinici, abbiamo deciso, come molti avranno potuto osservare, di renderli accessibili solo agli psicologi iscritti all'Ordine, e ai medici psicoterapeuti, per far sì che la privacy dei pazienti venga rispettata e che il dibattito possa articolarsi liberamente. Anche se nelle norme editoriali abbiamo sempre richiesto che per i pazienti venga usato un nome diverso da quello reale, e che si eviti la descrizione di situazioni così chiaramente specifiche da far sì che possa essere identificato, queste misure ci sono apparse insufficienti, e ora riteniamo di essere giunti a un totale rispetto dei principi deontologici.
Cliccando sul pulsante "Ingresso Rivista con area clinica protetta" entrerete in una sezione dove ritroverete i numeri interi della rivista con i casi clinici accessibili mediante password. L'accesso ai casi è riservato agli psicologi iscritti all'Albo, perciò chi ha questo requisito può cliccare su uno dei files a fianco dei quali compare un lucchetto, e seguire la procedura indicata a partire dal pulsante "Non è ancora registrato? Clicchi qui per registrarsi!", completata la quale riceverà, a breve, la password d'accesso. Abbiamo previsto la registrazione per l'area protetta anche per i medici psicoterapeuti non iscritti all'Ordine degli Psicologi, che invitiamo a premere il pulsante rosso a sinistra che li riguarda e a seguire le indicazioni.
Abbiamo ritenuto opportuno prendere l'occasione per una ristrutturazione generale della veste formale della rivista, che alcuni ci avevano segnalato essere un po' "datata" e non in linea con gli stili grafici più attuali con i quali vengono presentati i siti. I numeri con la vecchia veste grafica sono scomparsi, e in quelli nuovi troverete i documenti con tutte le funzioni precedenti conservate, compresa la possibilità di scaricare i testi (NB: il pulsante "Scarica il documento" compare alla fine degli articoli e non più all'inizio). Ci scusiamo per il fatto che le operazioni di trasformazione hanno comportato l'inevitabile scomparsa, per il numero che esce, del "Work in progress" che avrebbe dovuto precederlo.
Il secondo numero del 2011 esce solo con un leggerissimo ritardo (comunque all’interno del mese di dicembre), e siamo certi di ripristinare il "Work in progress" per marzo, e l’uscita del numero 1 del 2012 entro la metà di giugno.
La protezione mediante password dell’area clinica, con l’accesso riservato ai soli psicologi e medici psicoterapeuti, ci ha sollecitato, per motivare ulteriormente coloro che non sono psicologi alla lettura, ad ampliare la parte della rivista che non necessita di protezione. Da questo numero introduciamo dunque una nuova rubrica: “Abbiamo letto...”, dedicata a libri che trattano argomenti inerenti alla pratica psicoterapeutica, che peraltro possono essere destinati anche a un pubblico più vasto, vivificando il dibattito culturale. Non intendiamo proporre recensioni in senso classico, ma riflessioni che, partendo da una lettura, possono poi svilupparsi in varie direzioni, dalla clinica alla filosofia, dalle teorie psicologiche alla sociologia, a temi d’attualità. Iniziamo con un libro che è stato letto da due membri del Comitato di Redazione, Alfredo Civita e Claudio Pavia, e che riguarda un argomento centrale in campo clinico, L’esordio psicotico. I discorsi prendono vie diverse, a volte intrecciandosi, a volte divergendo, a riprova di come anche all’interno di un terreno teorico sostanzialmente condiviso, il pensiero può dispiegarsi in forme diverse. Invitiamo i lettori a orientare i loro contributi anche in questa direzione, per ampliare ulteriormente il diversificarsi delle idee e degli argomenti su cui dibattere, non dimenticando la centralità della pratica clinica come elemento da cui prendere le mosse.
Venendo alle altre consuete rubriche, la Clinica si apre con uno scritto teorico di Ciro Elia sulla terapia psicoanalitica delle psicosi schizofreniche e si chiude con uno scritto di Luca Zendri che propone alcune considerazioni psicoanalitiche sugli psicofarmaci. Entrambi questi lavori, lo sottolineiamo ancora, sono leggibili da tutti, non contenendo esempi clinici che potrebbero dare adito ad eventuali riconoscimenti. Al centro, protetto, un caso clinico di Roberto Carnevali, dove un tema centrale è la musica in relazione alla terapia, come potenziale e fattuale veicolo comunicativo che, secondo la tesi dell’autore, può favorire la relazione e il confronto intersoggettivo nel lavoro terapeutico. Completano la sezione clinica alcuni commenti, di Secondo Giacobbi e di Alfredo Civita.
Per Il contesto socioculturale Carnevali ci dice la sua sulla situazione politica ed economica dell’Italia di oggi, mettendo a confronto il compito dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri con il lavoro dell’analista.
Guido Medri fa poi il punto della situazione sul problema della formazione degli analisti, e infine ancora Carnevali ci parla della sua esperienza di tutor di tirocini in istituzione psichiatrica, e delle difficoltà che incontra rispetto ai pregiudizi da parte di alcune scuole.
Abbiamo letto... conclude questo numero, che si è fatto un po’ desiderare ma è risultato alla fine corposo e variegato. Più che in altri numeri è massiccio il contributo dei membri della redazione, ma anche questo fatto dipende comprensibilmente dalla battuta di arresto che ha comportato la ristrutturazione del sito. Ci auguriamo che già dal prossimo numero si intensifichino i contributi di autori esterni alla redazione, e sollecitiamo tutti i lettori in tal senso.