Fra i vari scritti il tema che occupa più spazio è la psicoterapia di Carnevali. Il paziente, una persona intelligente e seduttiva, dopo un promettente inizio interrompe il percorso senza alcun preavviso (e senza neppure pagare le ultime sedute). Carnevali se ne chiede il motivo e, insieme a lui, Mazzotta e Morgana riprendono il caso nel tentativo di offrire una risposta. Il tema è evidentemente di grande interesse, a partire dalla constatazione di quanto sia frequente la perdita di motivazione nel paziente e la fine prematura della relazione terapeutica. Lascia sorpresi anche la modalità del distacco, tanto perentoria e senza spazi di discussione o di ricupero. Il paziente se ne va e basta. Si fa quindi ancora più forte il dubbio, già presente fin dall’inizio, sul reale interesse del paziente ad un lavoro su di sé (era stato inviato dalla compagna) e sull’opportunità o meno di dare inizio ad una psicoterapia.
Meneghetti discute dell’approccio pluralistico che vede psicofarmacologia e psicodinamica non escludersi ma operare in sinergia. Si tratta di un tema che impegna da sempre lo psichiatra orientato in senso psicodinamico e che ha portato fin dagli anni della contestazione studentesca alle più aspre discussioni e a prese di posizione contrapposte poiché unilaterali. L’approccio da seguire è quello empirico-clinico e giustamente l’autore abbandona la teoria e passa ad illustrarci, nel vivo della prassi, la modalità di intervento utile per quel paziente e in quella data situazione.
Fornaro si chiede quanto e come l’omogenitorialità influisca sulla salute mentale della prole adottata. Passa in rassegna i vari scritti sull’argomento e giunge alla conclusione che per avere risposte attendibili è auspicabile che ci si confronti sul piano clinico. Anche se ricerche di questo tipo non hanno rilevanza sul piano statistico, si potrebbero elaborare quadri dinamici che possono poi fungere da schemi idealtipici.
Giacobbi nello scritto “Pedofilia e chiesa cattolica” nota come la percentuale di preti pedofili sia molto alta e se ne chiede il motivo a partire dal “predominio del Codice Materno nel cattolicesimo”.
Maccario riprende il tema con un articolo molto impegnato sul piano teorico nel quale ipotizza come il “divino” possa diventare depositario di aspetti relazionali ambivalenti.
L’articolo di Sottocorno non è in linea con la pratica psicoterapeutica da noi adottata; merita tuttavia senz’altro di essere inserito fra i nostri scritti per la chiarezza e l’alto livello delle considerazioni che vi sono esposte.