Concludiamo il 2015 con un numero che offre spunti di riflessione orientati in varie direzioni.
Nello spazio clinico abbiamo un caso classicamente esposto da Jessica Caramia, sul quale invitiamo ad inviare commenti, che è il solo scritto di questo numero ad essere “protetto”, contenendo riferimenti a storie cliniche personali. La rimanente parte dell'area clinica è dedicata a un argomento estremamente di attualità: l’uso di Skype nel lavoro terapeutico e anche in genere come veicolo comunicativo per un analista. Ne parlano Alfredo Civita, Roberto Carnevali, Sara Maccario e Luca Mazzotta, aprendo un dibattito con posizioni varie e anche fra loro nettamente contrastanti. Ci auguriamo che altri vogliano intervenire nell'argomento, e sollecitiamo i lettori in questo senso.
Conclude la sezione clinica un commento di Sara Maccario al lavoro di Sivia Lo Vetere del numero precedente. Sara prende spunto dall’argomento per offrire alcune considerazioni sul narcisismo nelle varie epoche e nelle varie società.
La sezione “Il contesto socioculturale” contiene due scritti, uno di Simone Maschietto, l’altro di Sara Maccario, che toccano punti importanti di teoria della clinica psicoanalitica. Entrambi sono stati portati in forma di relazione al XX Congresso del Centro Psicoanalitico di Madrid tenutosi a Granada il 23 e 24 ottobre 2015.
Per la sezione “Psicoanalisi e istituzione”, infine, Roberto Carnevali apre un discorso, che intende tradurre in un progetto di ricerca, su una tecnica nata in Finlandia che da qualche anno sta cominciando ad essere presente anche in Italia, in particolare in alcuni servizi psichiatrici. Tale modalità operativa, denominata “Dialogo aperto”, riveste un particolare interesse per gli psicoanalisti che operano in istituzione, rappresentando un possibile punto di congiunzione fra la Psicoanalisi e la Terapia Sistemica.